Salve a tutti...!! so che un pò di tempo fa su questo forum ci sono stati degli interventi che in qualche modo cercavano di spiegare quale è il metodo giusto per contabilizzare le operazioni inerente i buoni pasto. Premetto che la situazione riguarda un supermercato che accetta i buoni come forma di pagamento e che poi li deve fatturare alla società emittente così come previsto dalla convenzione. Alcune considerazioni fatte in questo forum (ma anche in altri) erano indirizzate nello scorporare dai corrispettivi giornalieri i buoni, che sarebbero poi stati fatturati successivamente. E bene, questa procedura non può essere eseguita perchè vietato dall'agenzia delle entrate. Vi riporto un passaggio tratto dal documento sulle metodologie di controllo sulle vendite al dettaglio. Testuale :
"....Gli esercenti, che effettuano anche l’attività di gastronomia, potrebbero aver realizzato delle
convenzioni con società emittenti buoni pasto, per la somministrazione di alimenti e bevande.
In tali casi l’esercente emetterà un documento fiscale con l’indicazione “corrispettivo non riscosso”, e
successivamente, emetterà fattura nei confronti della società emittente i buoni pasto.
Tale procedura risulta corretta solo per l’attività di somministrazione; per quella di cessione
l’operazione si perfeziona (e quindi l’I.V.A. diviene esigibile) nel momento della “consegna o spedizione”
del bene."
In pratica non si possono scorporare dai corrispettivi i buoni??
Di seguito riporto un esempio:
un giorno il mio cliente che ha un supermercato vende merce per 150 euro. Di questo importo, 100 sono incassati in contanti, 50 sono incassati con buoni pasto.
La società che emette questi buoni vuole che gli stessi siano poi fatturati nel modo seguente:
applicare lo sconto del 8%, successivamente fare lo scorporo del 9.10%, infine a questo valore (che sarà la base imponibile) aggiungere l'iva del 10%.
In numeri: 50 euro - 8% di sconto = 46;
scorporo del 9.10% da 46= 4,19;
base imponibile 46-4,19= 41,81;
iva 10% su 41,81 = 4,19;
Totale fattura alla società emittente euro 46.
Ma in questo modo non si calcola due volte l'iva?

insomma..il mistero è fitto!!!
"....Gli esercenti, che effettuano anche l’attività di gastronomia, potrebbero aver realizzato delle
convenzioni con società emittenti buoni pasto, per la somministrazione di alimenti e bevande.
In tali casi l’esercente emetterà un documento fiscale con l’indicazione “corrispettivo non riscosso”, e
successivamente, emetterà fattura nei confronti della società emittente i buoni pasto.
Tale procedura risulta corretta solo per l’attività di somministrazione; per quella di cessione
l’operazione si perfeziona (e quindi l’I.V.A. diviene esigibile) nel momento della “consegna o spedizione”
del bene."
In pratica non si possono scorporare dai corrispettivi i buoni??
Di seguito riporto un esempio:
un giorno il mio cliente che ha un supermercato vende merce per 150 euro. Di questo importo, 100 sono incassati in contanti, 50 sono incassati con buoni pasto.
La società che emette questi buoni vuole che gli stessi siano poi fatturati nel modo seguente:
applicare lo sconto del 8%, successivamente fare lo scorporo del 9.10%, infine a questo valore (che sarà la base imponibile) aggiungere l'iva del 10%.
In numeri: 50 euro - 8% di sconto = 46;
scorporo del 9.10% da 46= 4,19;
base imponibile 46-4,19= 41,81;
iva 10% su 41,81 = 4,19;
Totale fattura alla società emittente euro 46.
Ma in questo modo non si calcola due volte l'iva?
insomma..il mistero è fitto!!!