Una recente FAQ dell’Agenzia delle Entrate ammette l’applicazione della “franchigia” di 2.000 euro in sede di determinazione dei redditi diversi relativi alle criptoattività non solo per il 2024 (come risulta dalle istruzioni alla dichiarazione dei redditi), ma anche per il 2023.
In questo modo viene ammessa la possibilità, nel caso il contribuente non abbia tenuto conto di tale franchigia, di richiedere il rimborso delle maggiori imposte versate (per il 2023).
L’Agenzia delle Entrate, con una FAQ pubblicata il 30 aprile 2025, ha esplicitato che la “franchigia” andava applicata anche per il periodo d’imposta 2023, superando quanto riportato nelle istruzioni della dichiarazione dei redditi di tale annualità.
Nella stessa FAQ, viene poi riportato che i contribuenti che non hanno tenuto conto di tale “franchigia”, sono legittimati a presentare istanza di rimborso delle maggiori imposte versate.
Niente viene detto in relazione alle minusvalenze.
Ad ogni buon conto, più di qualcuno sarà portato a pensare che va bene così, posto che – in questo caso – le indicazioni fornite dall’Amministrazione finanziaria sono “pro contribuente”. In realtà, non va affatto bene: come può essere credibile un sistema fiscale regolato da delle FAQ?
Leggi l'approfondimento di Maurizio Nadalutti su Blastonline.it.
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